IN SOLITUDE



Breve ma intensa storia, quella degli In Solitude. Nati a Uppsala, in Svezia nel 2002, la band si presenta ufficialmente con la seguente  formazione:
Henrik Helenius alla chitarra;
Niklas Lindström alla seconda chitarra;
Gottfrid Åhman al basso;
Uno Bruniusson alla batteria.
La lineup fu completata nel 2003 con l’entrata di Pelle Åhman, fratello di Gottfrid, che prese il ruolo di cantante. Rilasceranno quindi la prima demo chiamata usando lo stesso nome della band, appunto “In Solitude”.


Nel corso del 2005 Heleius lascia la band, e verrà sostituito da Mattias Gustafsson, con cui registreranno nel 2006 una seconda demo, “Hidden Dangers”. Questa demo verrà rilasciata poi nel 2008 sotto forma di EP da parte della label S.M.P. Sweden.
Poco dopo questa release, la band ritorna nello stesso studio in cui furono registrate entrambe le demo per registrare il loro disco di debutto, chiamato anch’esso come la demo e la band, in quello stesso anno: “In Solitude

IN SOLITUDE


La prima proposta discografica della band svedese si presenta in maniera abbastanza semplice.
Un Heavy Metal di stampo classico fortemente ispirato da band come Mercyful Fate e King Diamond (soprattutto nelle parti cantate) e Iron Maiden (forte l’ispirazione nelle sezioni strumentali).
Tutto questo però con una produzione non proprio cristallina, ma che rende il disco oscuro e nero, senza ovviamente abbandonare la pesantezza, che aumenta con l’avanzamento dell’ascolto.

Una volta rilasciato il disco, la band partecipa a svariati festival in giro per il mondo, tra cui il Keep It True, il Pounding Metal e l’ Hell's Pleasures nel corso del 2008. Ma nel 2009 arriva una brutta notizia: Gustafsson, l’ultimo entrato, lascia la band.

L’anno dopo, nel 2010 le cose ritornano positive: la band firma per Metal Blade Records, e Henrik Palm riempie lo spaziolasciato vuoto. Nel novembre dello stesso anno, la band ritorna in studio per le registrazioni del secondo full-length: “The World, The Flesh, The Devil”.

THE WORLD, THE FLESH, THE DEVIL


Il secondo disco in studio, purtroppo, non brilla di guizzi compositivi, avvicinandosi a livello di songwriting al debut della band. Però si comincia a notare un pizzico di originalità, l’impronta della band inizia a distinguersi senza però, ripeto, spiccare per genialità. Un sound che ricorda molto i vari Mercyful Fate, King Diamond e Iron Maiden, ma con una produzione più pulita e oscura.

Il 23 maggio del 2011 il disco vede la luce, e segna una svolta per la band. Riceve critiche molto positive, finisce al n.4 della lista “Top 40 Extreme Albums of 2011” di Decibel Magazine, e viene nominato come "5th Best Metal Blade Album Ever".
Al disco segue un tour di supporto di ben 2 anni (tra cui alcune date come supporto ad Amon Amarth e altre a supporto di Down), partecipando anche ad alcuni festival come il Wacken Open Air e il Roadburn.

Nel Marzo del 2013 la band si rintana negli Studio Cobra a Stoccolma per registrare il terzo disco che uscirà il 1° Ottobre di quello stesso anno: “Sister

SISTER

Totalmente inaspettato, il terzo disco in studio degli In Solitude. Già dall’inizio capiamo che la band ha finalmente trovato la sua strada. La band svedese ha finalmente scelto quale direzione prendere, e scelgono di ispirarsi a piene mani dal sound anni ‘70. Mi spiego: la proposta è sempre un heavy metal di stampo classico con l’aggiunta di sonorità tipicamente doom, ma si affidano a una produzione sporca e grezza, dove chitarra e basso creano dei riverberi occulti e oscuri. Sicuramente il loro miglior lavoro, ma si sa: il terzo disco è (quasi) sempre il migliore.

Il disco riceve un feedback positivissimo da parte di stampa e fans, occupando alte posizioni in disparate classifiche e ricevendo un 78/100 su Metacritic. Nello stesso mese partono in tour come spalla dei Watain in Nord America, e partecipano a un tour europeo come opener per Behemoth e Cradle of Filth.

Ma come ogni storia, anche questa finisce, e purtroppo senza un lieto fine. Ad Aprile del 2015 la band decide di sciogliersi, essendo molto vaga sul motivo.
Ma Pelle e soci ci hanno lasciato una grande eredità, e nel profondo speriamo di poterli rivedere di nuovo insieme.
Nel frattempo, godiamoci la loro musica.

Antonio Rubino





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